Il Grande Raccordo Anulare nasceva negli anni ’50 come una viabilità tangenziale per evitare che il traffico di lunga percorrenza dovesse entrare nella Capitale. Oggi l’anello è stato ampiamente inglobato all’interno della città, diventando parte integrante della maglia urbana, sebbene resti idealmente una “porta di accesso” alla città.
Sfruttare gli svincoli autostradali come nodi di scambio con il trasporto pubblico consentirà di recuperare parte della funzionalità originale dell’anello, evitando che molto del traffico pendolare debba entrare in città. È di esempio il nodo di Anagnina, unico esempio romano riuscito, che attualmente necessiterebbe di un incremento della capacità di sosta.
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